Una telefonata partita da Milano per Liverpool ha sancito in maniera formale l'addio a Rafa Benitez, che da mercoledì sarà a tutti gli effetti l'ex-allenatore dell'Inter. 'ufficializzazione dell'esonero è prevista per mercoledì, giorno in cui dovrebbe giungere l'attesa comunicazione sul nome del nuovo tecnico: poche le chances per Spalletti, le piste portano a Leonardo. In attesa, spera Moratti, di un clamoroso ritorno di José Mourinho.
Quello sullo Special One di nuovo sulla panchina di San Siro è un mormorio che sta crescendo sempre più di volume grazie ad alcuni eventi coincidenti. Le roventi polemiche interne al Real Madrid, innanzitutto, innescate proprio da José Mourinho, capace di strumentalizzare le questioni arbitrali anche (o soprattutto) per mettere in difficoltà il direttore generale dei Merengues Jorge Valdano, suo grande nemico interno. Oggi il quotidiano spagnolo "Marca", organo non ufficiale del Real Madrid, titola in prima pagina: "No pueden ni verse", "non si possono neanche vedere". Per Florentino Perez, gran brutta gatta da pelare. Per l'ambiente dei Blancos, inteso come tifosi, un'altra crocetta su un'immagine di Mourinho già scalfita dalla sceneggiata delle espulsioni di Amsterdam, dalla violenta polemica con il collega dello Sporting Gijon Preciado e dal bruciante 0-5 del Camp Nou contro il Barcellona. A differenza degli interisti, i tifosi del Real Madrid non si stanno innamorando di Mourinho: e a questo punto, sulle decisioni del club e del portoghese, peseranno inevitabilmente i risultati in Liga e in Champions.
Moratti, intanto, sta passando i giorni pre-natalizi proprio a Madrid e qualcuno ha accennato a un incontro notturno tra i due seguito alla cena di Natale di Real Madrid, tenutasi lunedì sera con Mourinho e Valdano allo stesso tavolo. La "proposta indecente" di Moratti potrebbe essere quella di una consegna a Mou delle chiavi dell'Inter: totale controllo e responsabilità dell'area tecnica, dal mercato, alla diligence, al campo, magari con l'affiancamento di un giovane tecnico da fare crescere sotto la sua guida. Uno come Leonardo, per esempio, stimatissimo da Moratti, buono in un futuro anche per coprire un ruolo eventualmente diverso da quello che lo impegna in campo: magari da collegamento tra squadra e dirigenza, guarda caso il "buco" aperto dallo strappo con Lele Oriali. Leonardo, ex-cuore rossonero (e conseguente schiaffetto all'orgoglio milanista) da trapiantare ad Appiano Gentile con il compito di ricompattare, calmare, rimotivare uno spogliatoio tellurico. L'Inter va presa per mano e, combinando meno danni possibili, riportata tranquillamente ai suoi standard: nessuno chiede bis in Champions League, l'obiettivo vero è il campionato e visto il grande equilibrio, questo non sembra un'impresa impossibile. Se durante la giornata di martedì i dirigenti nerazzurri non riusciranno a schiodare Spalletti e i suoi dubbi e vincere le resistenze della Gazprom finanziatrice dello Zenit, la prima parte del nuovo progetto morattiano si verificherà. La seconda è ancora lontanissima, ma come insegna proprio la storia recente dell'Inter, andare è stato molto più facile che arrivare.


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