18 dicembre 2010, vittoria della finale del Mondiale per club, Benitez torna a far sorridere la panchina nerazzurra dopo aver messo le mani sulla Coppa che il presidente gli aveva "ordinato" ma dice una frase un po' troppo scomoda: "Merito rispetto….il club mi aveva promesso ad agosto tre giocatori. Non è arrivato nessuno". Un'esternazione forte sì, che non dovrebbe far temere niente a nessuno, se non facesse tornare alla mente altri due casi emblematici.
Era l'inizio ottobre. Era l'anno 2000, l'anno in cui Lippi fu esonerato dall'Inter per un'affermazione poco felice uscita dalla bocca del futuro tecnico campione del Mondo. La frase era riferita alla sconfitta patita dai nerazzurri sul campo della Reggina: "Mi vergogno di questa squadra", disse nel dopo gara il viareggino. "Fossi il presidente, anzitutto manderei via l'allenatore. Poi metterei in fila i giocatori, li attaccherei al muro e li prenderei tutti a calci nel culo". Senza mezzi termini insomma, senza peli sulla lingua, esattamente come Lippi ci ha abituato. Il giorno successivo iniziarono le prime telefonate fino ad arrivare al suo allontanamento: una separazione consensuale o quasi, almeno stando alle prime sintesi. Risultato? Cambio d' allenatore e stagione che non è mai decollata.
Altro caso: metà marzo 2008, conferenza di Roberto Mancini post ritorno ottavi di Champions League contro il Liverpool. Il tecnico interista conquisterà a maggio il terzo scudetto della sua avventura, ma le dichiarazioni proprio nel marzo lasciarono l'amaro in bocca a Moratti: "I prossimi due mesi saranno gli ultimi qui all'Inter" spiegò Mancini. "L'ho già detto ai giocatori e lo dico qui anche a voi giornalisti". Il patron dell'Inter dopo questa dichiarazione aveva già deciso di inviare i suoi emissari in Inghilterra per parlare con un certo Josè Mourinho che dopo poco diventò il simbolo indiscusso dell'Inter degli ultimi 10 anni. Insomma, tutti esonerati per uno sfogo, esonerati per aver forse detto troppo
Era l'inizio ottobre. Era l'anno 2000, l'anno in cui Lippi fu esonerato dall'Inter per un'affermazione poco felice uscita dalla bocca del futuro tecnico campione del Mondo. La frase era riferita alla sconfitta patita dai nerazzurri sul campo della Reggina: "Mi vergogno di questa squadra", disse nel dopo gara il viareggino. "Fossi il presidente, anzitutto manderei via l'allenatore. Poi metterei in fila i giocatori, li attaccherei al muro e li prenderei tutti a calci nel culo". Senza mezzi termini insomma, senza peli sulla lingua, esattamente come Lippi ci ha abituato. Il giorno successivo iniziarono le prime telefonate fino ad arrivare al suo allontanamento: una separazione consensuale o quasi, almeno stando alle prime sintesi. Risultato? Cambio d' allenatore e stagione che non è mai decollata.
Altro caso: metà marzo 2008, conferenza di Roberto Mancini post ritorno ottavi di Champions League contro il Liverpool. Il tecnico interista conquisterà a maggio il terzo scudetto della sua avventura, ma le dichiarazioni proprio nel marzo lasciarono l'amaro in bocca a Moratti: "I prossimi due mesi saranno gli ultimi qui all'Inter" spiegò Mancini. "L'ho già detto ai giocatori e lo dico qui anche a voi giornalisti". Il patron dell'Inter dopo questa dichiarazione aveva già deciso di inviare i suoi emissari in Inghilterra per parlare con un certo Josè Mourinho che dopo poco diventò il simbolo indiscusso dell'Inter degli ultimi 10 anni. Insomma, tutti esonerati per uno sfogo, esonerati per aver forse detto troppo


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